Successivamente tale fase acquosa riduce poi progressivamente le sue manifestazioni più appariscenti per essere inglobata nella fragile e complessa struttura del tessuto di granulazione...
...sino alla sua completa scomparsa con il ricostituirsi della barriera epiteliale. (4 – Alberts Bruce et Al. - Biologia molecolare della cellula -)
Il nanoambiente comprende il nostro bagaglio genetico, in definitiva l’espressione dei geni provvede a fornirci dei messaggeri chimici (Proteine, Ormoni, Citochine, Fattori di Crescita etc.) che recapitano lo stimolo appropriato o il messaggio per guidare ed armonizzare la riparazione della lesione, la rigenerazione di un organo malato, il recupero della funzione e in definitiva, lo stato di benessere globale dell’individuo.

Con l’utilizzo dei nuovi materiali di medicazione, sarà nostro compito cercare di ricreare l’ambiente tessutale più adatto affinché i fenomeni riparativi possano essere facilitati.
Il microambiente di lesione è quello che possiamo ancora scorgere con i nostri occhi quando osserviamo il letto di una lesione e riflette l’attività intercellulare, tale ambiente è inserito in un più ampio ecosistema conosciuto come il macroambiente, che comprende la società che circonda l’individuo, il suo stile di vita, l’ambiente esterno in cui esso vive ed interagisce, tale macrosistema agirà sul processo di guarigione della lesione non meno degli altri presupposti di cui abbiamo già parlato.
Il microambiente può essere sconvolto dalla malattia con mutamenti dei normali parametri biochimici che interferiranno con la funzione cellulare, o dalla soluzione di continuo (Ferita) che lo espone all’ambiente esterno.
Per omeostasi si dovrebbe intendere il ritorno al normale equilibrio fisiologico della vita dell’individuo nella sua interezza, con la completa integrazione dei sistemi citati.
Il “Wound Healing” non è semplicemente un lavoro meccanico di copertura della lesione con risultati statici. L’esistenza degli organismi viventi dipende da condizioni interne stabili, da quello “stato di grazia” chiamato omeostasi.
L’omeostasi non deve essere considerata semplicemente come una condizione statica ed immutabile bensì un qualcosa che descrive condizioni dinamiche, scambi energetici deputati al mantenimento di un equilibrio di crescita, di modificazioni anaboliche e cataboliche di una parte del nostro organismo.
La lesione tessutale sconvolge sempre quest’equilibrio, e la funzione principale del “Wound Healing è proprio quella di cercare di riportare i tessuti in condizioni simili a quelle che hanno preceduto il danno.
In questo modo la vulnologia può essere considerata come arte e misura d’emergenza per restaurare l’omeostasi. Il nostro processo di riparazione dei tessuti non conduce ad una completa rigenerazione degli stessi, e da luogo ad un esito cicatriziale qualitativamente più fragile.
Ciò nonostante le tecniche di medicazione ed i nuovi materiali a nostra disposizione ci consentono di influenzare anche la delicata fase del rimodellamento tessutale, con notevole miglioramento di tale esito, e proprio in questa direzione andranno indirizzati i nostri sforzi futuri.
Come obiettivo finale,”il Santo Graal”della ricerca nel campo della riparazione tessutale, sarà forse un giorno quello di ottenere la completa rigenerazione dei tessuti danneggiati, ove al momento si ricerca il minor esito cicatriziale possibile.